Paura del parto o tocofobia: come affrontarla al meglio

Paura del parto o tocofobia: affrontarla con meno timori

Scopri l'hypnobirthing e altre tecniche di rilassamento per affrontare il parto al meglio

La paura del parto o tocofobia è una sensazione comune che spesso le donne in gravidanza sperimentano a partire dall’ultimo trimestre, attraverso uno stato di ansia più o meno accentuato. Prepararsi al parto scegliendo la struttura ospedaliera, frequentando un corso preparto con altre future mamme, e raccogliendo il maggior numero di informazioni sul travaglio, può aiutare a superare la paura del parto.

Tocofobia o paura del parto: cos’è e come affrontarla con più serenità

La gravidanza è un evento che comporta numerosi cambiamenti psicosomatici in una donna e che caratterizzano le diverse fasi della gestazione. Le tante emozioni che una donna in dolce attesa si trova a dover gestire, come l’umore oscillante e una maggiore sensibilità, non sono altro che un’espressione della labilità emotiva tipica del periodo. Più il parto si avvicina e più questi disturbi emotivi accentuano lo stato di ansia; in alcune donne però questa naturale conseguenza psicologica si può trasformare in una vera e propria fobia del parto e di tutto quello che ruota intorno a partire dal travaglio.

Questa paura incontrollata si chiama tocofobia, dal greco tòkos (parto) e fòbos (paura), una vera e propria ossessione per il parto che va oltre alla paura fisiologica. La tocofobia può colpire anche le donne che si trovano al secondo parto o più, soprattutto quando le esperienze dei parti precedenti non sono state delle migliori.

È possibile controllare e superare la tocofobia con alcuni accorgimenti, vediamoli insieme:

  • frequentare il corso preparto aiuta ad attenuare le paure e a chiarire i dubbi; infatti, le indicazioni fornite dalle ostetriche e il confronto con le altre future mamme presenti, permette di avere una maggiore consapevolezza di quello che il parto ed il delicato momento del travaglio comporta, e aiuta a comprendere come le nostre paure siano comuni a tutte le altre donne. Inoltre, la possibilità di visitare il reparto e la sala parto, soprattutto per chi si trova alla prima esperienza, aiuta a familiarizzare con l’ambiente, infondendo un po’ più di sicurezza;

  • prepararsi alla nascita frequentando un corso yoga permette di prendersi cura del proprio benessere psico-fisico e arrivare al parto con più serenità; queste discipline orientali attraverso le posizioni e la meditazione, aiutano a ridurre i dolori attraverso una buona tecnica di respirazione, alleviano i dolori alla schiena, e tengono in allenamento il pavimento pelvico;

  • pensare positivo perché è vero che ogni parto è a sé e gli imprevisti possono esserci, ma così come affrontiamo la nostra vita serenamente sapendo i rischi che possono esserci, anche pensando al momento del parto dobbiamo cercare di mantenere questa positività. Circondiamoci anche di persone sensibili, che non si preoccupino di raccontarci in ogni minimo dettaglio la loro esperienza del parto, soprattutto quando non è stata proprio una delle migliori, o che dispensano consigli a tutto andare rendendoci più nervose ed insicure;

  • i dolori ci sono è vero, quelli della fase prodromica sono paragonabili a quelli di un ciclo mestruale, mentre quelli della fase di dilatazione sono molto simili ai dolori di una colica molto forte. Ma sono dolori fisiologici del parto, ricordiamoci che il nostro corpo è fatto per affrontare la nascita di un bambino, e che normalmente il limite massimo di un travaglio è di 8-10 ore. Inoltre in sala parto siamo circondate da persone professioniste e possiamo valutare diverse modalità di parto (come quello in acqua) che possono alleviare il dolore, o in alternativa valutare soluzioni farmacologiche come l’epidurale. Sempre sotto stretto controllo medico;

  • realizzare un piano nascita detto anche piano del parto, si tratta di un documento che raccoglie tutte le tue preferenze sul travaglio e sul parto, e anche le prime cure da offrire al tuo bambino appena nato come l’avvio dell’allattamento. Si tratta di un’abitudine che offre molti vantaggi perché permette di affrontare ogni fase delicata del parto con più sicurezza e consapevolezza.

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L'Hypnobirthing e i suoi vantaggi

Il concetto di hypnobirthing si basa sulle scoperte del dottor Grantly Dick-Read (1890-1959). Secondo il ginecologo inglese, il parto non deve necessariamente essere associato al dolore, e quindi di conseguenza causare l'insorgere di paure alla donna. La paura scatena nelle donne una tensione prima e durante il parto, che provoca il restringimento del canale del parto.

Secondo la teoria di Dick-Read, questo ciclo di paura - tensione - dolore deve essere interrotto. Poiché, a suo avviso, le paure spesso sopraggiungono per mancanza di informazioni e una preparazione completa al parto. Marie Mongan sviluppò ulteriormente questo approccio nel suo libro "Hypnobirthing: A Celebration of Life", pubblicato nel 1989. Ancora oggi, molti corsi di hypnobirthing si basano sul metodo di Mongan.

Quali sono gli obiettivi dell'Hypnobirthing?

L'Hypnobirthing mira a sostenere le donne a partorire senza paura. Attraverso una formazione intensiva sul processo di nascita e una migliore conoscenza del proprio corpo, le donne dovrebbero imparare a seguire le proprie sensazioni durante il parto e quindi a partorire in modo intuitivo e autodeterminato. Vengono anche insegnate tecniche di respirazione e di rilassamento.

La sensazione di essere sicure di sé e ben preparate per il parto aiuta molte donne a rimanere rilassate e a spezzare così il ciclo della paura citato di sopra. In modo ottimale, l'hypnobirthing può portare a un processo di nascita più breve, a un minor dolore e a un recupero più rapido dopo il parto. Tuttavia, l'uso delle tecniche di hypnobirthing non promette un parto senza dolore.

Non mi accorgerò del parto perché sono ipnotizzata?

La parola ipno- evoca associazioni stereotipate dell'uso quotidiano; l'ipnosi è spesso associata alla perdita di coscienza, alla manipolazione e all'esoterismo. In realtà si tratta di una forma di rilassamento profondo. Anche se si è completamente assorti si sogna a occhi aperti, si è in una sorta di stato di trance ipnotica. In linea di principio, le tecniche di autoipnosi sono esercizi con cui è possibile ottenere un rilassamento particolarmente profondo e completo; si mantiene la piena consapevolezza e il controllo per tutto il tempo.

Come funziona l'hypnobithing?


Anche se il nome suggerisce il contrario, l'autoipnosi è solo una delle tante tecniche che fanno parte del concetto di hypnobirthing.

L'hypnobirthing si basa su un'ampia varietà di metodi di rilassamento, tecniche di respirazione e strategie di pensiero che promuovono un atteggiamento mentale positivo per preparare le donne alla nascita.

Ad esempio: le contrazioni vengono chiamate onde, poiché il termine travaglio implica già dolore e di conseguenza porta con sé pensieri negativi. Per sostenere mentalmente il processo di nascita, si utilizzano anche visualizzazioni, come ad esempio l'immagine di un fiore che si apre, che sta per l'apertura della cervice. Inoltre, il trasferimento di conoscenze sul processo di nascita è un pilastro importante dell'hypnobirthing.

Il partner o un familiare presente al parto svolge un ruolo importante nell'hypnobirthing per sostenere attivamente il rilassamento. Questo può avvenire, ad esempio, attraverso il cosiddetto massaggio "light touch", in cui la schiena della partoriente viene accarezzata molto delicatamente in modo da far scattare la pelle d'oca. Molte donne lo trovano piacevole e rilassante.

Esercitando regolarmente le tecniche a casa nelle settimane e nei mesi precedenti il parto (magari con il vostro partner o con la persona che vi accompagnerà durante il parto), sarete in grado di richiamarle automaticamente in seguito e di tornare allo stato di rilassamento. Provate le tecniche che funzionano meglio per voi, perché non tutti i metodi funzionano allo stesso modo per tutte le donne.

Molte donne apprezzano una musica dolce e rilassante per accompagnare gli esercizi di respirazione e di rilassamento. Per sostenervi durante l'ipnobirthing, abbiamo preparato per voi una playlist adatta su Spotify. Ascoltate e rilassatevi. :)

Parto naturale o cesareo: quali sono le differenze

Se non esistono controindicazioni, nel caso di una gravidanza fisiologica, il parto naturale è la scelta meno rischiosa sia per la mamma che per il bambino. Meglio quindi riservare il taglio cesareo, che è sempre un intervento chirurgico non privo di rischi, ai casi in cui è davvero indicato. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato una quota raccomandabile di cesarei tra il 15-20% del totale dei parti.

Parto naturale: consigli per affrontarlo al meglio

Quali sono i segnali che preannunciano l’inizio del travaglio

Il momento del travaglio si avvicina, e i segni che ne preannunciano l’inizio possono essere diversi come l’espulsione del tappo cervicale, la rottura delle acque, o l’inizio delle contrazioni; non sempre però è indispensabile correre all’ospedale.

La perdita del tappo mucoso non indica necessariamente l’inizio del travaglio che può infatti avvenire anche a distanza di qualche giorno, ma se la perdita del tappo è associato all’inizio di contrazioni intense e regolari, allora in questo caso è bene recarsi in ospedale.

Quando il sacco amniotico si rompe durante il travaglio, il liquido che fuoriesce favorisce l’espulsione del bambino attraverso il canale del parto; se questo però accade prima dell’inizio del travaglio, è consigliato recarsi al pronto soccorso.

In caso di contrazioni è consigliato rimanere a casa fino a quando diventano sempre più regolari e ravvicinate tra loro, con una durata di circa un minuto e si presentano ogni 3-4 minuti, in questo caso è consigliabile recarsi in ospedale.

È possibile mangiare durante il travaglio o la fase prodromica?

Spesso durante queste fasi è possibile che ci sia uno svuotamento spontaneo dell’intestino che prepara il corpo all’espulsione del neonato. In casi più rari è possibile che si manifestino anche episodi di nausea e vomito. È importante però sforzarsi di mangiare e bere qualcosa per avere le energie necessarie per affrontare il parto (perché non sappiamo quanto può durare), sempre a patto che il travaglio sia a basso rischio e quindi in condizioni di assoluta fisiologia. È bene prediligere cibi di facile digestione come cracker, pane, cereali e formaggi magri, e bere bevande dissetanti come acqua, tè deteinati e succhi di frutta, senza esagerare.

Posizioni per partorire: come alleviare il dolore

Durante le diverse fasi del travaglio e del parto è possibile adottare differenti posizioni che ci permettono di stare più comode, respirare meglio, e avere una forza maggiore per il delicato momento dell’espulsione.

Non esiste una posizione migliore dell’altra, ogni futura mamma sente quello che è più giusto per il proprio corpo, e le ostetriche con la loro esperienza e osservando l’andamento del travaglio, possono consigliare la donna ad assumere una posizione piuttosto che un’altra.

  • Durante i prodromi del travaglio è possibile stare distese su un fianco.

  • Nella fase dilatante sarà necessario cambiare più volte la posizione, spesso quella eretta aiuta il bambino a incanalarsi meglio, ma non sempre si ha la forza di rimanere in piedi, ecco perché è consigliato distendersi su un fianco quando si è stanche, o adottare la posizione a carponi per concedersi un massaggio.

  • Durante la fase espulsiva è possibile assumere posizioni accovacciate o distese sul lettino, ma è sempre importante affidarsi alle ostetriche che ci hanno assistito durante tutto il travaglio e sanno quello che è più giusto per noi.

Domande frequenti

  • Ansia e depressione.

  • Estrema paura di difetti alla nascita, di nati morti o di morte materna.

  • Sensazione di terrore al pensiero della gravidanza e del parto.

  • Insistenza sul taglio cesareo per il parto.

Le cause della tocofobia includono: una storia di abuso o stupro che fa provare vergogna per una gravidanza o conoscere le esperienze negative di altre persone durante il parto.

  • Individuare la fonte dell'ansia. Alcune esperienze di altre mamme possono scatenare un'intensa paura del travaglio.

  • Andare in terapia da uno specialista.

  • Imparare a rilassarsi, ad esempio con l'hypnobirthing.

  • Condividere le proprie paure.

  • Mettete per iscritto le proprie paure e preparare un piano di nascita con i propri desideri.

  • Consultarsi e chiedere supporto alla propria ostetrica.

  • Frequentare un corso preparto.

  • Frequentare un corso di yoga.

  • Circondarsi di persone sensibili, empatiche e che trasmettono positività.

I dolori ci saranno, è impossibile evitarli, tuttavia seguendo questi consigli, potreste alleviarli e vivere il momento con più tranquillità.

  1. Crea un piano di nascita: includere i propri desideri per prima, durante e dopo il parto.

  2. Rimanere in forma fisicamente e mentalmente: il parto richiede energia e resistenza. In genere, le future mamme che sono in forma e in salute hanno un parto più semplice, perciò è importante stabilire una routine di esercizi che vi mantenga in movimento e attive. Noi consigliamo di fare almeno una breve passeggiata ogni giorno o di praticare un po' di yoga prenatale.

  3. Informarsi: conoscete tutte le informazioni necessarie sul parto? È fondamentale conoscere il proprio corpo per interpretare al meglio ogni segnale e tutte le fasi del parto. Studiare gli ormoni del parto e le loro funzioni; sapere come lavorano insieme per attivare tutte le funzioni del travaglio e del parto senza bisogno di alcun intervento.

  4. Imparare le tecniche dell'HypnoBirthing: un metodo efficace per avere un parto naturale più sereno e rilassato. Mira a ricablare la vostra mente inconscia e a mettervi in uno stato di rilassamento durante il parto.

  5. Fidarsi del proprio corpo: da secoli, in tutto il mondo, le donne partoriscono in modo naturale e senza farmaci. Questo perché il corpo è stato progettato non solo per far crescere un piccolo essere umano al suo interno, ma anche per partorire! Avere un parto naturale senza dolore significa potersi fidare del proprio corpo e della sua capacità di partorire.

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